‘4 JOHN’ DI ESKLAN ART’S FACTORY: Secondo lavoro per la compagnia di sperimentazione contemporanea di Erika Silgoner

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Dopo il successo di ‘1 [About time], la compagnia di danza Esklan art’s factory diretta da Erika Silgoner è tornata in sala, e poi sul palco, con un nuovo affascinante lavoro dal titolo ‘4 John’. Lo spettacolo, omaggio al monumentale John Cage, è andato in scena domenica 28 febbraio al teatro Greco di Roma. “Con John Cage – ha dichiarato la direttrice artistica di Esklan – mi trovo a condividere un amore e una curiosità morbosa per suoni e casualità, per le reazioni che derivano da questi due elementi”. Dopo l’approfondimento relativo alla percezione del tempo di ‘1 [About time]’, appunto, l’attenzione di Esklan si è mossa verso il fascino del suono. Il suono, inteso nella sua irrazionalità e arbitrarietà rispetto a definizione e conseguenze nel reale, è stato, sul palco, più che altro, quello dei corpi parlanti da cui il movimento, come anche quello del movimento suonante da cui la voce del corpo, in un rimando continuo senza separazioni, a cui si sono aggiunti alcuni momenti di coreografia su speech. Così dal solo d’apertura, annunciato sul palco come ‘Assolo voce e corpo’, a dinamiche di due, tre e quattro corpi, per esplodere nei brani performati da tutti i componenti di Esklan (Antonino Filardo, Noemi Dalla Vecchia, Chiara Corradi, Gloria Ferrari, Claudia Greco, Salvatore Alicata, Tommaso Petrolo, Lenin Fernandez) per questo secondo lavoro firmato da Erika Silgoner. Più danzatori e più forza, come dire, per lanciare il messaggio di un corpo che, nell’orientarsi all’interno della ricerca contemporanea, non è più disposto a resistere ai limiti delle definizioni di tecnica e stile, ma adesso vuole esplodere in tutte le sue possibilità, senza neanche il bisogno di accompagnamento musicale. Voci, suoni, parole pronunciate come pezzi di musica: su queste note, infatti, si sono mossi gli otto mirabili professionisti che condividono questa nuova avventura con la danzatrice nota, fra l’altro, per aver a lungo rappresentato la prima vita di Spellbound Dance Company di Mauro Astolfi. “Per me un danzatore di qualità è colui che rapisce la mia attenzione da fermo – ha spiegato Erika Silgoner –. I miei danzatori hanno sposato la mia visione coreografica, il mio linguaggio e la mia visione di compagnia. Ognuno di loro ha delle peculiarità uniche, sono interpreti e persone molto diverse fra loro, ma la fusione di queste individualità produce un’alchimia unica, magica!”. Le 8 personalità che compongono Esklan, infatti, hanno trovato ampio spazio di rappresentazione di se stesse durante lo spettacolo che, alla fine, si è profilato come pura analisi di un concetto, esercizi dalla sala al palco da condividere con il pubblico. La platea romana, quella del teatro Greco, ha seguito appassionata le trasformazioni venute irrimediabilmente da questo approfondimento e quindi il conflitto e la separazione a cui è seguita l’unione, lo slancio e la fatica, non senza assistere a momenti di umorismo e voglia di giocare con questo difficile tema, sempre senza perdere lo sguardo sul mondo. “La nostra seconda produzione – ha, infatti, sottolineato la ‘madre’ di Esklan – parla un linguaggio ironico e profondo, con una nota di amarezza per la ‘mollezza’ che la società vive e l’abitudine a tutto. Anche all’assenza totale di cultura”. La critica alla società odierna non è mancata nemmeno quando in alcuni momenti gli otto Esklan sembravano parlare in danza della danza stessa, facendo seguire a momenti di movimento più liberatori rigidità di retaggio classico accademico o parodiando quei classici ‘passi’ con cui spesso molti (pubblico, allievi e ahinoi anche insegnanti) definiscono un determinato stile, per esempio l’hip hop, come se a questo la danza volesse o potesse limitarsi. Tutti questi gli elementi di ‘4 John’ di Erika Silgoner: un vero atto di coraggio, certo profondo e intenso, ma, per chi darà una possibilità a questo lavoro, di grande mirabile semplicità.
Ma, in fondo, chi ha mai detto che nell’essenziale non risieda anche l’essenza?

Maria Cristina Costanza


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