Adele Fiocchi, un’italiana al Wiener Staatsballett

di Eleonora Arnesano
Nata a Ferrara, inizia a studiare danza presso la scuola “Ensemble danza Estense” di Ferrara, diretta dalla dott.ssa Luisa Tagliani. Nel 2008 entra al 3° corso dell’Accademia Teatro alla Scala di Milano diretta dal M.o Frederic Olivieri, sotto la guida della M.a Bella Ratchinskaia. Si diploma all’Accadema Teatro alla Scala di Milano, sotto la guida della M.a Paola Vismara, conseguendo la valutazione 30/30 e lode. Entra a far parte del Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera di Vienna. Ha partecipato alle produzioni dell’Accademia, in occasione di Galà e Spettacolo Istituzionale della scuola, nei ruoli di: Schiaccianoci, Danza spagnola e passo a due della Fata confetto; passo a due di Corsaire; Serenade, Russa, di Balanchine. 2009 – Sogno di una notte di mezza estate, Teatro alla Scala di Milano. 2011 – Raymonda, Teatro alla Scala di Milano. 2013 – La Peau, Five womens wearing the same dress, Fringe Festival di Edimburgo, compagnia D. Murlay. 2014 – Teatro dell’Opera di Vienna: Lago dei Cigni, Romeo e Giulietta, la danza dei Gigli, Mayerlimg, Ballet Homage, “Etudes” di Lander, Lo Schiaccianoci, La Silphide, Josephs Legende, Junge Talente “Passo a tre delle odalische” della Bayadere, Okinawa Premium Gala, Allegro brillante di Balanchine.

Danza News ha incontrato Adele Fiocchi, ballerina italiana del Teatro Opera di Vienna, per carpirne le esperienze e le emozioni di questa importante esperienza.
Ciao Adele, da un anno sei nel corpo di ballo del Teatro dell’Opera di Vienna con direttore Manuel Legris. Ci puoi descrivere le emozioni e trarre le conclusioni di questa avventura? Sono arrivata la scorsa stagione nel corpo di ballo del teatro dell’Opera di Vienna e l’emozione di entrare in una compagnia così importante e prestigiosa era veramente grandissima. E’ stata un’avventura estremamente appagante. Lavorare con il maestro Legris è assolutamente gratificante, con la sua professionalità riesce a creare un clima di lavoro sereno e positivo in ogni momento dell’anno. Si lavora moltissimo e questa è una delle ragioni che mi hanno spinta verso Vienna; le soddisfazioni sono state tantissime perchè ho avuto la possibilità di partecipare a tutte le produzioni, di ballare il passo a tre delle Odalische della Bayadere nelle serate Junge Talente e, a luglio, di partecipare all’Okinawa Premium Gala con Allegro brillante di Balanchine. Non mi piace trarre conclusioni, preferisco dire che l’inizio è stato entusiasmante!
Cosa dovrebbe fare oggi una ballerina per farsi notare nel mondo della danza e quale dovrebbe essere la sua preparazione? Iniziando dalla preparazione credo che, per quello che riguarda la danza classica, sia indispensabile seguire la formazione coreutica di una buona accademia. Successivamente la strada è quella delle audizioni nelle compagnie europee, se la preparazione è solida si hanno buone possibilità di successo.
Entrare in un corpo di ballo come quello del Teatro dell’Opera di Vienna è difficile? Come ho detto prima per entrare bisogna partecipare all’audizione che ogni anno viene organizzata, quando ho partecipato io eravamo circa 250 aspiranti per 3 posti per il corpo di ballo e quindi si, la selezione è notevole.
Quando ha inizio e come la tua carriera di ballerina? Potrei dire che fin da piccolissima il fuoco sacro della danza mi ha guidata, ma non è così! Sono arrivata alla danza a 8 anni per “fare un pò di attività fisica” il pomeriggio dopo la scuola. Dalla prima lezione di prova nella mia scuola di Ferrara (Ensemble danza Estense diretta dalla dott.ssa Luisa Tagliani) però è scattato qualcosa e da quella prima prova non è passato giorno che io non sia entrata in una sala per la lezione. Devo molto alla mia prima maestra perchè è stata lei a spingermi verso l’Accademia della Scala di Milano qualche anno dopo. Sono arrivata a Milano nel 2008, a 13 anni, dopo aver superato, prima di tutto, le resistenze della mia famiglia, l’audizione e il mese di prova. Ho ricordi bellissimi di quegli anni: l’entusiasmo di far parte di una Accademia tanto prestigiosa, la paura di non farcela a superare tutte le difficoltà, la grande nostalgia di casa, insomma sentimenti tanto importanti che hanno rafforzato la mia determinazione. Sono stati anni molto importanti per la mia formazione sotto la guida della maestra Bella Ratchinskaia dal terzo al quinto corso e poi della maestra Paola Vismara dal sesto corso al diploma; ma anche il lavoro di preparazione degli spettacoli e dei Galà sotto la guida sapiente del maestro Olivieri, direttore dell’Accademia, e dei maestri Nikonov e Nikonova; insomma ho avuto veramente tante opportunità di imparare e per questo sono davvero grata a tutti loro. Nel giugno 2014 mi sono diplomata con il massimo dei voti e la lode e il settembre successivo mi sono traferita a Vienna.
A cosa mira Adele Fiocchi per la sua carriera artistica? I desideri per avverarsi non vanno rivelati! No, scherzo, il mio desiderio più grande è ballare con entusiasmo e passione sempre, quindi mi auguro di poter vivere una lunga carriera fatta di soddisfazioni e passione, passione, passione!
Come cambiano i ruoli tra ballerina e ballerino? Nella danza classica i ruoli sono abbastanza definiti anche se, per fortuna, negli ultimi anni il ballerino ha acquisito una maggiore autonomia scenica. Questo, a mio avviso, arricchisce le performance e rinnova la danza classica.
Qual è il più grande sacrificio che una donna deve fare per la danza? Io sono una persona molto positiva e, come dicevo prima, determinata, non vedo sacrifici ma viceversa vedo la fortuna di avere una passione grande che guida i miei passi oltre la fatica, oltre i sacrifici, oltre ogni ostacolo! Non voglio essere retorica, ma io vedo gli sforzi che ogni persona compie per realizzare la propria esistenza e a volte senza successo. Il mio progetto di vita prevede tanto lavoro e tanto altro e non credo che questo comporti necesssariamente delle rinunce.
Un ruolo che ti piacerebbe interpretare? Da bambina sognavo guardando la Bella addormentata, piangevo guardando il Lago dei cigni, Giselle e il passo a due del balcone di Romeo e Giulietta…potrei continuare così ma non voglio annoiare. Un’illuminazione è stata la scoperta delle coreografie di Balanchine, è stato bellissimo ballare Serenade l’ultimo anno che ho trascorso in Accademia e Allegro brillante quest’anno in Giappone… sì Balanchine è entusiasmante!
Tra video dance, hip hop, contemporaneo, ecc… di quale materia una ballerina non può necessariamente fare a meno? Credo che fondamentale sia la formazione classica, poi assolutamente tutto ciò che le proprie inclinazioni, curiosità e fisicità consentono. La danza, tutta la danza, è espressione artistica prfonda e quindi la comunicazione attraverso l’uso del corpo passa necessariamente attraverso quanto questa arte appartiene della persona che la interpreta.
Cosa manca alla danza in Italia che altri Paesi hanno? Sicuramente non la formazione, le Accademie italiane sono di ottimo livello e formano ballerini che si realizzano in tutto il mondo. Forse una maggiore attenzione, che significa risorse, per la produzione di balletti potrebbe essere auspicabile, ma il momento storico non mi sembra dei più facili per la cultura in generale.
Foto di Pierluigi Abbondanza.

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