di Massimiliano Calafatello
La MM Contemporary Dance Company di Michele Merola continua il suo tour giungendo al Teatro Verdi di Padova con due coreografie intense curate nei dettagli, che discoprono con il lessico di una gestualità cesellata e la suggestione di imponenti scene di insieme, aspetti urgenti ed essenziali della vita dell’uomo.
Sabato 21 maggio presso il prestigioso teatro veneto la compagnia reggiana propone due pezzi importanti del proprio repertorio: La Sagra della primavera di Enrico Morelli e Bolero firmato da Michele Merola.
La sagra della primavera raccoglie consensi entusiastici dalla prima al teatro Asioli di Correggio. Enrico Morelli si è accostato autorevolmente a Le Sacre du Printemps di Igor Stravinskij, un capo d’opera nella storia della musica,componendo uno straordinario affresco in cui prendono corpo alcune delle pulsioni più oscure del nostro tempo.
Per combattere antiche e nuove paure, ed esorcizzare il male di vivere che accompagna il presente, ogni occasione è buona per individuare un capro espiatorio. Sulla nuda scena, come unico elemento, emergono dal buio e incombono dal soffitto lugubri ganci da mattatoio, un monito severo che ci invita a guardare al passato, ad un tempo in cui tanti, troppi uomini sono stati mandati al macello, sacrificati a ideologie di morte e terrore, considerati numeri senza identità, corpi derubati della propria dignità.
L’altro vertice del dittico è Bolero, anch’esso straordinario esempio di grande musica ispirata dalla danza. Una delle ragioni della fortuna del pezzo sembra essere fortemente legata all’evocazione di immagini di sensualità che questo suscita, anche quando tali suggestioni sono contrassegnate da una sostanziale ambiguità.
Merola si è confrontato con questa musica ossessiva e ripetitiva, cercando di comprenderne l’identità, la ragione e la funzione, per arrivare così alla sua interpretazione: alla fine di questo percorso l’ispirazione del coreografo si è focalizzata sul ventaglio inesauribile dei rapporti umani, in particolare quelli di coppia, dentro ai quali, spesso, registriamo le reciproche e inconciliabili distanze tra uomini e donne, quel “muro trasparente” che li divide. Così, nelle diverse sfumature assunte dalla danza, la coreografia declina la varietà di umori che “circolano” intorno e dentro al rapporto di coppia. Umori che, comunque, rendono speziata l’esistenza. Nella coreografia si proiettano, dall’interno verso l’esterno, paure, desideri rimossi, scosse esistenziali che rivelano interi universi, legami segreti che esistono tra le persone… e l’ironia lascia il posto al timore, l’amore al disinganno, il distacco alla condivisione, e via via, fra crescendo e diminuendo, come la musica del Bolero.
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