Il Festival Danza Urbana giunge alla sua ventesima edizione con l’ostinazione alla resistenza e il desiderio di abitare il mondo. Primo in Italia, il Festival in questi vent’anni ha facilitato il cambiamento, la trasformazione e l’evoluzione del concetto di danza urbana in Italia. Con responsabilità e lucidità è riuscito a valorizzare il portato che questo ambito della scena coreutica regala al settore danza, non si è mai trattato solamente di supportare un genere, di avvalorare uno stile o di creare una nuova modalità di fare danza. Anzi: la natura del Festival si è esplicitata e rafforzata attraverso alcune linee di politica culturale. In particolare la gratuità degli eventi, l’accessibilità trasversale, l’aggregazione sociale grazie a modalità meno funzionalistiche di abitare i luoghi della città. Una sorta di azione di sabotaggio programmatica della fruizione della città secondo logiche solamente economiche e utilitaristiche, desiderando così valorizzare le caratteristiche più vibranti, umane e “incidentali” delle città.
Il Festival nel tempo si è anche fatto promotore dell’innovazione dei linguaggi coreutici presso un pubblico ampio e generalista, rendendo consueta la fruizione di spettacoli di danza negli spazi pubblici, in luoghi insoliti o quotidiani, al di fuori dell’edificio teatrale.
Questa edizione, che si svolgerà dal 2 all’11 settembre compreso, fonde l’attenzione alle realtà emergenti nazionali e internazionali al lavoro sul territorio. 13 spettacoli, 7 compagnie italiane, 6 straniere (provenienti da Spagna, Israele, Taiwan, Giappone, Paesi Bassi) per un numero complessivo di 18 recite, di cui 4 prime assolute (3 co-produzioni) e 3 site-specific.
I am Bologna è il titolo del progetto che chiede a tre coreografi bolognesi di misurarsi con la città. Fabrizio Favale/Le Supplici, Simona Bertozzi/Nexus e il Gruppo Phren sono chiamati a portare un loro contributo originale per un luogo o un contesto specifico della città di Bologna. Il Festival ha anche chiesto ad alcuni coreografi dall’importante segno coreografico, con i quali nel tempo il Festival si è posto in dialogo, di realizzare un’opera partendo da e per Bologna. Tre creazioni co-prodotte e commissionate dal festival in occasione del suo ventennale a tra importanti artisti della scena internazionale: Marcos Morau/La Veronal, Enzo Cosimi e Michele Di Stefano/mk.
Michele di Stefano/mk e Enzo Cosimi il 6 e 7 settembre presenteranno le loro “visioni” dedicate alla città, due prime assolute. Veduta>Bolognaville è il titolo del lavoro di mk che nel concetto di veduta pone il suo fuoco centrale. Lo spettatore è chiamato in una delle sale di Palazzo D’Accursio, cuore pulsante e simbolico di Bologna (sede del Comune) a guardare fuori dalle grandi vetrate , avendo la possibilità di abbracciare il panorama con lo sguardo e di essere immersi in un ascolto in cuffia che rende la visione di una coreografia su Piazza Maggiore, un’esperienza sensoriale, immersiva e contemplativa. Corpus Hominis, la creazione commissionata a Enzo Cosimi, rappresenta la seconda tappa della trilogia Ode alla bellezza, 3 creazioni sulla diversità. Ode alla bellezza propone una riflessione sulle figure emarginate della società, spostando il suo asse dall’elemento estetico alla natura sociale del progetto, nell’intento di realizzare una coreografia politica. Per l’occasione il coreografo lavorerà con persone omosessuali anziane.
A chiusura del Festival (10 e 11 settembre) la prima assoluta de La Veronal dedicata alla figura di Pier Paolo Pasolini. Dopo l’anteprima dell’anno scorso, sempre in occasione del Festival, quest’anno l’opera giunge alla sua forma definitiva. La compagnia spagnola, famosa per le creazioni legate alle suggestioni che le varie città del mondo offrono, si focalizza sulla figura del poeta e cineasta bolognese, in particolare sul ciclo filmico “La Trilogia della vita” e all’essenza dello “spirito pasoliniano”: la vita come forza misteriosa inafferrabile, che sfugge al controllo delle leggi, delle regole e della ragione.
Tanti altri gli artisti coinvolti nella programmazione, italiani e stranieri: Andrea Costanzo Martini, Po-Cheng Tsai, Arno Schuitemaker, Sharon Fridman, Elias Aguirre e, a distanza di dieci anni, il felice ritorno a Danza Urbana di Yoko Higashino grazie alla Japan Foundation e in condivisione con Bassano OperaEstate.
Info su: www.danzaurbana.it
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