di Massimiliano Calafatello
L’inaugurazione della sesta edizione del Festival Internazionale della Danza di Roma della Filarmonica Romana e Teatro Olimpico è affidata quest’anno a Opus Cactus un grande successo dei MOMIX che torna a quindici anni dal debutto a incantare nuovamente il pubblico della capitale.
Dal 10 al 21 febbraio al Teatro Italia la grande compagnia di Moses Pendleton proporrà uno dei suoi maggiori successi, uno spettacolo che, scandito da ritmi tribali, rituali col fuoco e danze iniziatiche provenienti dai più remoti luoghi della terra, ci proietta dal deserto dell’Arizona a tutte le più importanti superfici desertiche, rendendo un tributo a queste aree misteriose ed affascinanti.
Opus Cactus apre ufficialmente la sesta edizione del Festival Internazionale della Danza di Roma della Filarmonica Romana e Teatro Olimpico in programma fino al 28 maggio con quattro compagnie di diversa provenienza e formazione artistica per offrire uno spaccato dei diversi volti della danza di oggi.
Dopo i MOMIX sarà la volta dell’Astra Roma Ballet. La compagnia , diretta dalla grande étoile Diana Ferrara, fa il suo debutto al Festival venerdì 29 aprile con George Sand. “Uomo” e libertà, firmato da Sabrina Massignani. Lo spettacolo, avrà come protagonista d’eccezione Sabrina Brazzo, étoile internazionale e prima ballerina del Teatro alla Scala di Milano, affiancata nel ruolo di Fryderyk Chopin dal primo ballerino internazionale Andrea Volpintesta del Teatro alla Scala di Milano.
Martedì 24 maggio (replica mercoledì 25) sarà la volta di Aterballetto, compagnia di riferimento per la danza contemporanea in Italia, si presenta quest’anno con due nuovi, lanciatissimi coreografi, Philippe Kratz e Andonis Foniadakis, e un classico del calibro di Jirí Kylián con tre nuovi lavori, al loro debutto nella capitale. Le emozioni del momento che riportano in vita lontani ricordi sono il tema che accompagna il lavoro di Kratz per SENTieri, mentre 14’20’’ di Kylián è una riflessione sul tempo e su temi ad esso collegati, quali la velocità, l’amore e l’invecchiamento. Infine Antitesi di Foniadakis racchiude in sé la volontà di mettere in gioco i contrari: locale e globale, lento e veloce, maschile e femminile, astratto e concreto, barocco e contemporaneo, mentre la musica connette compositori fra loro anche distanti, superando le barriere tra la classicità e la contemporaneità.
Il Festival si chiude venerdì 27 maggio (replica sabato 28) con Le quattro stagioni del Balletto del Sud, coreografia di Fredy Franzutti. Performance di teatro, musica e danza in un atto, trae ispirazione dalle stagioni intese non solo come mutamento climatico dell’anno solare, ma anche come “stagioni di vita dell’uomo”, dove si avvicendano i suoi sentimenti volubili e le sue reazioni emotive di fronte agli eventi della vita. A raccordare i vari quadri, le rime del grande poeta inglese Wystan Hugh Auden, mentre alle note rassicuranti e familiari delle celebri Stagioni vivaldiane si alternano in contrasto le melodie ritmate di John Cage, che ci portano alle esigenze dell’uomo moderno e contemporaneo.
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