La dieta equilibrata nel danzatore. Disturbi del comportamento alimentare

La dieta equilibrata nel danzatore. Disturbi del comportamento alimentare

Di Alessandro GROSSI
Un criterio riconosciuto in tutto il mondo, al fine di una esatta valutazione delle varie misure
ponderali è l’indice di massa corporea, che ci aiuta, in modo preciso a valutare un peso armonico,
un peso disarmonico per eccesso o per difetto.
Il punteggio dell’ I.M.C. è il risultato del rapporto tra peso attuale del soggetto e la sua altezza
espressa in metri ed elevata al quadrato.
Un’individuo può essere definito normo peso quando l’I.M.C. è tra 20 e 25;
un I.M.C. < e fino a 16 = magrezza di I grado; un I.M.C tra 16 e 13= magrezza di II grado (indice di uno stato di patologia alimentare). Al contrario un I.M.C. tra 26 e 30 = obesità di I grado; un I.M.C. >39 = obesità di III grado o
obesità grave.
Partendo dal concetto che i danzatori sono da considerare a tutti gli effetti atleti, per svolgere tutte le
attività previste dalla danza (lezioni, prove, spettacoli) hanno necessità di alimentarsi in maniera
adeguata.
E’ necessario, quindi, stabilire se una dieta è adeguata all’attività fisica svolta e se l’introito calorico
totale è adeguato al tipo di allenamento adeguato.
Ad esempio, le quantità caloriche richieste da un danzatore per un corretto e proficuo allenamento
è di 45-50 calorie per Kg di peso corporeo per le donne e di 50-55 calorie per gli uomini.
Ben si comprende come un introito calorico più basso non solo può compromettere la forza fisica e
la resistenza alla fatica ma creerà alterazioni metaboliche che avranno azioni sfavorevoli sul tono
muscolare danneggiando, quindi, la qualità della performance e della salute in generale.
Volendo essere schematici la dieta di un danzatore dovrebbe essere composta da:
• 55-60% carboidrati (prevalentemente complessi, cioè amidi)
• 12-15% proteine
• 20-30% grassi
E’ chiaro che per particolari ed intensi allenamenti la quantità calorica descritta debba essere
aumentata fino a 300-400 calorie in più rispetto al fabbisogno quotidiano.
Facendo riferimento ai grassi, la loro percentuale risulta essere maggiore,
proporzionalmente alle proteine, in quanto essi vengono utilizzati non solo nella produzione di
molti ormoni e per l’assorbimento di vitamine liposolubili ma, nel danzatore, è un importante
combustibile per i muscoli.
Accanto agli elementi nutritivi di base (macronutrienti) si rende necessario che la dieta quotidiana
contenga anche la giusta quantità di micronutrienti e rappresentati dalle vitamine e dai sali minerali
(calcio, fosforo, magnesio). Ricordiamo come il calcio è di fondamentale importanza per la
formazione dell’osso e quindi latte e i suoi derivati non devono mai mancare nella dieta della
danzatrice. Oltre ai macro e ai micronutrienti nella dieta del ballerino è di estrema importanza lo
stato di idratazione. Le perdite di sudore, durante una lunga attività fisica, possono raggiungere
anche i 2 litri per ora. Se non reintegrati, lo stato di disidratazione che ne consegue, diventa dannosa
per il corretto funzionamento mentale, la concentrazione, l’abilità di memorizzare rapidamente e,
quindi, di eseguire correttamente le varie combinazioni coreografiche.
Le raccomandazioni sono quelle di assumere circa 250ml di liquidi ogni 15 minuti e ciò, ogni
qualvolta ci sia una interruzione durante la lezione, la prova, lo spettacolo. In conclusione tutti i
danzatori hanno bisogno di assumere quella energia necessaria per soddisfare le richieste della
danza. Se la dieta è proporzionata e fatta di “combustibile di alta qualità” , sicuramente
si affronterà un corretto allenamento avendo la capacità di sostenere spettacoli di alto livello.
Redattore

Studio di tesi Dott. Alessandro GROSSI- Accademia Nazionale di Danza (AND)
supervisore Dott. Giovanni GROSSI-
(laureato in Medicina e Chirurgia, specialista in Diabetologia e malattie metaboliche)

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