di Massimiliano Calafatello
Sabato 9 Febbraio sul palco del grazioso Teatro Asioli di Correggio, la MMcontemporary dance company di Michele Merola ha dato vita ad una serata di grande danza, ricca di emozioni e suggestioni.
La Compagnia è matura e in possesso di una intelligenza interpretativa che le permette di approfondire dinamiche e linguaggi diversi mantenendo una sua identità precisa e riconoscibile.
Tre idee, tre diverse declinazioni dell’essere hanno preso vita sulle tavole del palcoscenico e hanno dato corpo e movimento al titolo della serata: Vivaldi Works.
La musica straordinaria del Prete Rosso veneziano, Antonio Vivaldi, genio ancora vivace ed eloquentissimo, ha costitutito il filo conduttore delle tre opere proposte in scena.
Eugenio Scigliano, valentissimo coreografo con No Man’s land, ha coinvolto il pubblico con un lavoro di gran pregio, intenso, molto forte nei richiami all’attualità ma capace di aprire un varco deciso in una plaga senza tempo dove l’uomo da sempre ha lottato contro “ gli avversi numi e le secrete cure” per vivere, resistere e sopravvivere.
Protagonisti sulla scena uomini che migrano, non solo sembra da una terra ad un’altra, ma forse anche da un lembo all’altro dell’esistere. Una lotta senza tempo dell’uomo contro il frangersi e rifrangersi delle onde del destino.
Bloom del giovane Daniele Ninarello ha una dinamica avvolgente giocata sul moto perpetuo.
Qui il supporto musicale si arricchisce con il contributo di Steve Reich.
La scena si addensa di danzatori, efficacissimi anche in questo contesto, che in un meccanismo preciso e impeccabile hanno raccontato il dramma apparentemente soave e lieto della fioritura.
Una serie geometrie diremmo sotterranee che i danzatori eseguono sulla scena con rigore.
Estremamente piacevole la resa e l’idea. Una grande forza vitale giunge dal lavoro di questo giovane e promettente coreografo che guarda il reale da un’angolazione intima e la rende in maniera potremmo dire ludica, sembrerebbe un gioco da fanciulli la dinamica dipanata sul palco ma in realtà nasce da intuizioni e prospettive molto profonde.
Michele Merola conclude il trittico con una composizione come sempre molto curata che nasce da un costante dialogo di questo artista con diversi registri espressivi. Oltre a Vivaldi che fornisce un tappeto sonoro ben scelto, qui giungono i colori e le evanescenze di Marc Chagall. Un cromatismo attento ha pervaso tutta la coreografia e ha sostenuto il costante anelito al volo, allo spiccarsi da terra che Chagall racconta in molte sue opere.
Il congegno coreografico di questo pezzo è tutto giocato appunto su dinamiche che sembrano culminare con un agognato librarsi in uno spazio libero. Ci è venuto da pensare a tutta una serie di armoniose rincorse che in assoli, passi a due e momenti corali hanno cercato di trovare ali per un “folle volo” direbbe Dante, che segni uno scarto con la realtà invasa di fantasmi, patemi, guerre, ma anche amori,gioie, follie e tenerezze, tutte “umane passioni” che se da un lato danno senso alla vita dall’altro l’affaticano. La prospettiva che Michele Merola propone agli spettatori riesce sempre a catturarne l’attenzione, a destarla diremmo, grazie ad un tratto che da sempre caratterizza la sua arte ossia la leggibilità delle sue coreografie. Un caratteristica preziosa che avvicina il pubblico e lo coinvolge in un dialogo che lascia sempre una traccia diremmo una fragranza interiore, uno spunto di riflessione che porta la danza contemporanea, spesso relegata ai margini da un estremo concettismo, più vicina al cuore del pubblico. L’ensemble valorizza l’idea di Michele meravigliosamente, con una partecipazione intima e vigorosa. Le foto sono di Riccardo Panozzo.
Giornale Armonia Registrato al Tribunale di (Ta) N. 638 del 23/11/2004